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#STORIEALCHECKIN

La Riviera di Ulisse in tre giorni

Lazio non è solo Roma. Ma anche spiagge, parchi e borghi tutti da esplorare. Ecco i miei consigli per tre giorni tra Gaeta, Sperlonga e le isole pontine. Pronti a partire?

Il periodo ideale per muoversi, per una sostenitrice del "fuori stagione" come me, è maggio. Clima mite, spiagge semi deserte, zero code e prezzi abbordabili.


GIORNO UNO:


Sperlonga, la perla del Tirreno, uno dei Borghi più belli d'Italia dove sventola bandiera blu. Siamo nella provincia di Latina; case in calce, una manciata di bianco affacciata sul mare. Vicoli e strade, scale e piazzette del centro storico sono davvero pittoreschi. Conosciuta principalmente come meta balneare, è bella anche per una visita mordi e fuggi.


Cosa vedere a Sperlonga:

Torre Truglia, la torre di avvistamento eretta nel 1532 sulla cima del promontorio su cui sorge il borgo di Sperlonga. E' lo spot ideale per scattare foto suggestive, la sua terrazza è una vera cartolina. Ci si arriva direttamente dal centro storico, tramite delle scalinate che poi possono essere risalite per proseguire il giro.





Dopo una granita rinfrescante da Tiberio, si va a caccia dei murales della storica Via Lebina dove sono state raffigurate le gesta del mitico Ulisse e le fasi cruciali de L’Odissea. Un vicolo decisamente "instagrammabile”, con le alzate degli scalini usate come pagine su cui scrivere alcuni versi celebri de L’Odissea. Un’attrazione imperdibile in uno dei vicoli più iconici del Borgo.




Non dedichiamo a Sperlonga più di due ore ma prima di salutarla ci dirigiamo verso un altro luogo tutto da fotografare: la panchina gigante!




E' la numero 265, un'imponente installazione blu come il mare su cui si affaccia. La vista è pazzesca: si vedono il Golfo del Circeo, le isole Pontine, le Flegree ed Ischia. Come si arriva alla panchina gigante di Sperlonga?

La “Big Bench” si raggiunge attraversando la Via Flacca, arrivando nei pressi del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga. Lì vicino è possibile imboccare un sentiero che conduce alla collina che sovrasta l’area archeologica della Villa di Tiberio. Il percorso (non ci si perde, ls segnaletica è chiara) in un quarto d'ora circa di camminata conduce lassù: un'escursione piacevole, il cui sforzo sarà ben presto ripagato dalla quiete e dalla meraviglia della meta raggiunta. Sedersi sulla panchina gigante fa tornare un po' bambini.



GIORNO DUE:


Isola di Ventotene


Visitare almeno un'isola pontina era un desiderio che avevo da tempo. Avendo soltanto una giornata a disposizione ho optato per la piccola Ventotene, rispetto a Ponza decisamente più facile da vedere in poco tempo.


Le partenze sono dal porto di Formia (si consultano gli orari degli aliscafi sul sito di Laziomar). Consiglio di considerare sempre l'unità veloce, che in appena un'ora e 15 di navigazione fa risparmiare un bel po' di tempo. Parto alle 11,15 e rientro alle 15,45.

Ventotene, a metà tra Ischia e Ponza, è un'isola contemplativa. Si gira a piedi, ci si prende del tempo per rilassarsi, non c'è frenesia. Appena sbarcati al porto si nota l'isolotto di Santo Stefano, un ex carcere di sicurezza per gli oppositori politici. Le visite alla struttura si fanno solo di mattina, quindi è necessario organizzarsi in anticipo!

Il carcere borbonico, tra gli altri, ha ospitato anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.




Se sei appassionato di storia non potrai farti mancare il porto e la peschiera romana, oltre a Villa Giulia, un'antica villa imperiale risalente all'età augustea trasformata in luogo di esilio. Giulia fu una delle cinque donne che per oltre un secolo furono confinate sulla minuscola isola di Ventone.


Se cerchi un posto iconico dove mangiar bene e contemplare le bellezze dell'isola, la Terrazza di Mimì farà sicuramente al caso tuo. Un tavolino affacciato su Ventotene, un buon calice di vino e... un servizio impeccabile.





Una toccata e fuga in spiaggia per concludere questa splendida escursione, è d'obbligo!



GIORNO TRE:


Gaeta

Sorprendente Gaeta! Non me la immaginavo tanto bella. La Montagna Spaccata, la Grotta del Turco e il Castello Angioino-Aragonese sono solo alcuni dei simboli più noti di quello che è uno dei Borghi più Belli d’Italia dove sventola la Bandiera Blu. Viuzze, archi e botteghe, finestrelle, balconi e portoncini la rendono davvero affascinante. Per un momento ho pensato di essere in Spagna e l'influenza araba certo non passa inosservata (c'è anche un ristorante specializzato in paella, lasciarsi tentare è facile!).


Dove dormire a Gaeta: come punto di partenza abbiamo scelto questo splendido alloggio, riservato, silenzioso, affacciato sul mare e dotato di tutti i comfort: Scissure Sea Suite, panoramico e a due passi da una delle spiagge più gettonate della zona.


Cosa vedere a Gaeta: storia, arte e monumenti avvolti nell’azzurro del mare. Passeggiare per Gaeta Medievale di notte è un'esperienza che suggerisco! Le tante (tantissime) chiese monumento sono avvolte dall'oscurità e per questo ancora più suggestive. Salendo i tanti (tantissimi) gradini del centro storico si perde il conto dei punti panoramici che rendono la visita ancora più romantica.


Il patrimonio culturale della città non è da trascurare e ancora oggi conserva diverse epoche storiche: dal periodo repubblicano ed imperiale dell’antica Roma, al dominio bizantino e normanno. Il Campanile normanno-moresco della Cattedrale dei SS. Erasmo e Marciano e Santa Maria Assunta mozza il fiato.




Ho lasciato il cuore al tempio di San Francesco d'Assisi, dal quale si domina tutta la città. Voluta da Ferdinando II per ricordare Pio IX esule proprio a Gaeta, la chiesa rimase chiusa al culto per oltre mezzo secolo per poi essere riaperta nel 1927. Oggi è scelta soprattutto dai promessi sposi per coronare il loro amore. Come dargli torto?



Le spiagge di Gaeta: il tempo non è stato clemente, in spiaggia siamo rimasti davvero poco. Abbiamo scelto la famosa Serapo, un'ampia spiaggia dorata dove il verde del Monte Orlando (dalla spiaggia si vede bene il Santuario della Santissima Trinità alla Montagna Spaccata) si mischia al blu dell'acqua. Gli stabilimenti balneari si alternano alla spiaggia libera. Serapo è la spiaggia principale della città, distante dal centro appena un chilometro e per questo strategica.


Cosa mangiare a Gaeta: guai ad andarsene senza prima aver assaggiato le famose tielle. Queste gustose focaccine (da provare quella al polpo) sono ideali per un pranzo leggero. La tiella di Gaeta è una sorta di torta salata tipica della cucina laziale. Non ne potrai fare a meno!




Montagna Spaccata: è uno dei must di Gaeta, un luogo che ha accolto pontefici, sovrani, vescovi e santi, tra cui Ignazio di Loyola e San Filippo Neri (ancora oggi c'è il suo letto, un giaciglio di roccia su cui San Filippo pare si ritirasse a meditare).


Il comodo parcheggio all'ingresso offre una vista spettacolare sul golfo di Gaeta. Da lì, si parte con la visita. Lungo le pareti della roccia si possono ammirare i riquadri in maiolica delle postazioni della Via Crucis, in parte restaurate. La tradizione vuole che qui la roccia si spaccò alla morte di Cristo. Sulle fenditure del monte venne eretta una cappella, da cui si può godere di uno spettacolo sulle falesie. Il Santuario della Santissima Trinità , senza ombra di dubbio è una delle attrazioni più suggestive della città. Un luogo di culto davvero imperdibile! Si raggiunge scendendo 35 gradini.

E che emozione imbattersi nell’impronta di una mano sulla parete rocciosa. Secondo la leggenda, è quella di un marinaio turco che fu punito per la sua mancanza di fede. La montagna si divise in due, egli tentò di aggrapparvisi con tutta la sua forza, fino a lasciare il segno delle sue dita impresse nella roccia.




Proseguendo verso il basso si incontra anche la Grotta del Turco. Ai piedi della Montagna Spaccata, questa grotta avrebbe offerto riparo ai pirati Saraceni. Trecento gradini portano alla meravigliosa caverna a livello del mare, che è stata chiusa per motivi di sicurezza.


Infine, uno degli angoli più originali di Gaeta: l'itinerario che da piazza Goliarda Sapienza porta in via Indipendenza alla scoperta delle edicole votive e di una piccola "Napoli" fatta di vicoli colorati, panni stesi e botteghe artigiane.





Via Indipendenza, è una delle zone più caratteristiche della città. Una strada pedonale piena di negozietti, signore intente a chiacchierare e a vendere frutta e verdura. Fa parte del cosiddetto antico Borgo di Elena, all'insegna della vita slow.


Si parte dal murale di piazza Goliarda Sapienza, piazza intitolata alla scrittrice che proprio a Gaeta visse gli ultimi anni della sua vita e che di fronte al mare amava scrivere ( qui un articolo che ricostruisce molto bene questo personaggio).





La parete della poesia raccoglie maioliche che riportano poesie e citazioni di autori locali e internazionali su Gaeta. E poi le panchine letterarie. Un angolo davvero piacevole in cui fermarsi prima di andare alla scoperta dei "vichi".


I "vichi" stretti che si diramano dalla via principale sono vere e proprie opere d'arte a cielo aperto. Ognuna conserva edicole sacre venerate dai fedeli. Da non perdere in fondo al Vico 18, la Casa del Pescatore, una casetta bianca e blu ormai iconica e perfetta per essere fotografata.



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