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  • #STORIEALCHECKIN

Perchè un blog di viaggi quando non si può viaggiare

Ovvero una delle tante cose che ho fatto al contrario



"Per sapere se una cosa galleggerà o affonderà bisogna gettarla in acqua" (cit)


Tra le pagine de “Il mestiere dello scrittore” di Murakami Haruki, ho scovato questa citazione e di colpo tutto mi è sembrato chiaro. "Fallo", mi sono detta.

E allora ecco fatto. Mi sono decisa, ho lanciato "la mia cosa" nello stagno.

Con decisione e senza ripensamenti.


Non era solo una frase ma una scintilla nell’ennesima notte di un ennesimo giorno di una lunga quarantena da coronavirus.



DUE MESI DI TEMPO E COME GESTIRLI

Questo "diciamo blog" nasce così, da due righe incrociate per caso che però mi hanno dato la spinta che mi serviva.


Sono molto fatalista, forse su quel libro dovevo inciamparci, e non ci sarei finita se non mi fossi ritrovata, come tutti, con l’orologio fermo, tempo vuoto da riempire, e un calendario da riprogrammare completamente.

Da cima a fondo.


Forse da questo deserto provocato dal virus dovevamo passarci, punto e basta.



E forse per il brutto vizio di procrastinare ogni cosa, mi ci voleva un isolamento forzato per buttare sul tavolo le idee scartate o lasciate nel cassetto. Per tirar fuori dalle tasche i progetti rimasti a metà, per far mente locale su quello che è importante davvero.

E che fa respirare la mia anima davvero. E che ho sempre voluto fare ma non ho mai iniziato perché “non avevo tempo”, o "non avevo il coraggio", o semplicemente, non era il momento. Come, appunto, aprire un blog.


IL MONDO SI FERMA MA IO PARTO

Poi ho avuto improvvisamente quel tempo che ho sempre rincorso. E il momento è arrivato, in netta contrapposizione con quello che succedeva fuori.

Il mondo si fermava e io, finalmente, agivo.


Ho ripreso in mano le foto dei viaggi fatti con un pizzico di nostalgia, e le liste di quelli che avrei dovuto fare con una strizza allo stomaco. E ho lanciato la "famosa cosa" nel "famoso stagno".

Vero: sono la regina delle scelte prese al contrario.

Punto primo, tendenzialmente non mi sta simpatico chi abusa di aforismi e citazioni quando scrive, eppure sono state proprio parole prese in prestito da altri la mia molla, e, ironia della sorte, è stata una citazione la prima frase scritta, nel mio primo articolo, del mio primo blog. Ovvero questo.

Dicevo, faccio spesso le cose al contrario, colpa del disordine che mi porto dietro: quando penso, quando scrivo e anche quando viaggio. Aprire un blog che parla di viaggi in un momento storico così incerto e delicato che ci vede impossibilitati a partire chissà ancora per quanto è pura follia.


Sembra stupido e forse lo è, ma non per me. Perché proprio in questo spazio e in questo tempo dilatato, diluito, senza forma e senza certezze ho capito quanto mi manca la libertà di preparare una valigia e partire.


Un po' come la retorica delle "persone o cose che apprezzi veramente solo quando non ce l’hai più". Verificato.

VIAGGI RIMANDATI PER QUARANTENA

A quest’ora sarei dovuta essere in Marocco, nel frattempo invece ho già cancellato un weekend a Friburgo. Di mezzo c’erano un Giappone tutto da pianificare e un Myanmar in lista da un bel po'. Da anni viaggio in modo costante, libero, compulsivo, sistematico e ora che di ordinario c’è solo lo stare a casa, tutto stride.


Scrivere e condividere le mie esperienze di viaggio e in viaggio ora che siamo fermi è un modo per riprendermi quel tempo fatto di itinerari da costruire, macchine fotografiche da stressare e taccuini da riempire. Un modo per non smettere di sognare, e progettare, e credere che quando tutto sarà passato, tornare a viaggiare avrà un sapore diverso. Sarà un atto forse ancora più consapevole.


E’ un modo per rimettere in circolo quell'adrenalina che ti sale quando ti perdi nei vicoli di "quel posto" che volevi visitare da tempo, e il viaggio che avevi in testa finalmente prende forma.

QUARANTENA CREATIVA

Questa è solo la prima di una serie di attività al contrario che in cui mi sono cimentata.

L'aspetto sorprendente è che nasce da un momento potenzialmente spento, come la quarantena, che diventa creativa, operativa, stimolante.

Che mi ha restituito tempo e coraggio.

Aprire un blog di viaggi era nella lista delle cose lasciate in sospeso nella vita di prima. Nella vita di ora la spunta c’è.

PS. Per vedere se "la cosa" galleggia o affonda ce ne vorrà di tempo.

Ma io fretta non ne ho. Intanto parto, scrivo e torno (sempre in ordine sparso).


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