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Pianosa, isola carcere

Se dici Pianosa, dici carcere. Può un’isoletta dai colori caraibici essere paradiso e inferno insieme? Può, eccome! Strano pensare che la stessa spiaggia in cui oggi si scappa in cerca di libertà e ossigeno, sia stata ieri carcere di massima sicurezza. ⠀

CURIOSITA' STORICHE SU PIANOSA


Pianosa è come una torta a strati: acqua e argilla. Particolarmente fertile e estremamente verde (tra le specie endemiche c’è il limonium planesia, nel mondo si trova solo qui!) è stata abitata fin dal neolitico.


Poi nel 1553 sbarcò Dragut, il pirata che sterminò la popolazione: si dice che tra la casa del parco (dove si prenotano le escursioni) e il ristorante, ci sia un cimitero enorme e sotterraneo.


Dopo Dragut l’isola rimarrà disabitata per 300 anni: ritenuta pericolosa, nessuno ci voleva più vivere! Fino all’arrivo, nel 1815, di Napoleone, esiliato all’Elba ma governatore dell’Isola, che decide di trasformare Pianosa nel granaio dell’isola maggiore. Emana una legge che incentiva a trasferirsi agevolando l'agricoltura: costruisce il Forte Teglia, punto di ritrovo per la gente di Pianosa, piazza i cannoni. Da lì è storia.


DA COLONIA PENALE AGRICOLA A CARCERE DI MASSIMA SICUREZZA


Nel 1856 il Granducato di Toscana scelse quest’isoletta per istituire la prima colonia penale agricola.⠀

Furono spediti qui i minorenni del carcere delle Murate di Firenze, i “ragazzacci” da rieducare col lavoro nei campi. Ma il tentativo fallì: erano troppo giovani, inesperti. Le cose iniziarono a funzionare 2 anni dopo con i detenuti adulti.⠀

Nel 1968 il carcere venne convertito in penitenziario di massima sicurezza dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il muro in cemento armato alto 7 metri che spacca in due l’isola porta il suo nome. Isolava terroristi, mafiosi e secondini dal resto del mondo. E oggi divide il territorio in due parti: quella accessibile liberamente e quella oltre il muro, considerata zona vietata e protetta. ⠀




Negli anni ’90, dopo le stragi di Falcone e Borsellino, Pianosa si trasformó in una fortezza inaccessibile. Nell’edificio “41 bis”, il governo spedì camorristi, uxoricidi, brigatisti. Erano più le guardie dei detenuti.⠀

Durante i tour organizzati con le guide autorizzate si riescono a vedere tutte e 5 le diramazioni: si passa attraverso i vecchi casottini di guardia, si entra col bus nella diramazione "Giudice", a piedi si possono visitare gli orti e i pollai (alcuni dei quali attivi ancora oggi ed un tempo parte integrante della colonia penale).




Le strade sembrano tutte uguali, è facile disorientarsi. In lontananza si scorge la diramazione del "Marchese" all'estrema punta nord dell'isola. Il Sembolello è l'edificio più antico: ristrutturato, oggi ospita i detenuti in regime di semi libertà. Qui è stato recluso per motivi politici anche il presidente Sandro Pertini.


Il super carcere di massima sicurezza si intravede solo dai finestrini del bus. Ma le storie che la guida ti racconterà ti lasceranno senza fiato!




Negli anni clou l'isola ha ospitato fino a 1200 detenuti. Nell'agosto 1998 il carcere venne dismesso e a Pianosa rimasero un paio di guardie con compiti di vigilanza della struttura.


Ogni strada è intitolata a vittime della mafia.


Perdersi tra strade sterrati e panorami a picco sul mare ha un qualcosa di affascinante, che non s può davvero spiegare. Bisogna solo provare per credere!

Ti incuriosisce il lato "nascosto" dell'isola? Ci andresti?

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