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Viaggio in metropolitana

Tutti i motivi per cui (secondo me) vale la pena vivere l'esperienza del metro'


LA STAZIONE METROPOLITANA TOLEDO A NAPOLI


Quella tra via Toledo e via Diaz, nel cuore dei Quartieri Spagnoli e del Rione Carità a Napoli, è la regina delle stazioni metro. La fermata Toledo è una vera e propria opera d’arte sotterranea (non a caso secondo il Daily Telegraph è la stazione metro più bella d'Europa, primato confermato anche nella classifica della CNN).

Progettata dall’architetto catalano Oscar Tusquets Blanca e inaugurata nel 2012, alla Toledo si fa un tuffo nel blu, in una scenografia spettacolare pensata sui toni del mare.

Sulle scale mobili che portano a 40 m sottoterra ho fatto su e giù almeno un paio di volte, con l’entusiasmo di una bambina, in un gioco di luci che mi ha fatto pensare di essere davvero sott’acqua.

La metro, diciamocelo, fa subito VIAGGIO.

- In quella di Parigi ho colto in flagrante uno scippatore che stava mettendomi le mani nello zaino.

- In quella di Londra le porte si son chiuse, mia mamma dentro, io fuori. E il panico tra noi.

- In quella di New York non ho mai visto un concentrato così alto di etnie diverse. Come fare il giro del mondo in un vagone. E mi sono innamorata svariate volte.

La cerchi da lontano ed è inconfondibile quella M gigante che scorgi dopo km macinati a piedi. E i tuoi piedi ringraziano (le insegne delle metro parigine sono le mie preferite!)


OGNI STAZIONE METRO HA UNA STORIA DA RACCONTARE


Scendi le scale e ti immergi in un mini mondo sotterraneo dove scorrono migliaia di vite parallele che probabilmente non si sfioreranno mai: l’artista di strada, la donna in carriera, il senzatetto, gli studenti usciti da scuola.

C’è chi è in tailleur, vestito da ufficio e chi in tenuta da allenamento.

E’ una città nella città dove tutti si incontrano ma spesso nessuno si guarda. Se uno dorme, l’altro legge. Uno ascolta la musica, l’altro srotola la bici pieghevole.

METRO è l’ansia quando sei pressato nella calca, che la prossima è la tua fermata e non sai mai se ce la farai a raggiungere il portellone e scendere giù al volo. E ce la fai sempre all’ultimo secondo.

E’ studiare l’intreccio di linee colorate che ogni volta penso sia un’opera di alta ingegneria che mi lascia stupefatta. E mi divertono i nomi ("Elephant e Castle" di Londra mi fa impazzire!). Le fermate della metro romana hanno nomi così altisonanti. Poi ci sono le stazioni "Inganni" e "Gerusalemme" di Milano. E potrei continuare.

Sono sicura che ti sarai chiesto almeno una volta cosa si nasconda dietro il nome così strano di una certa fermata. Ce ne sono davvero tante assurde! Nel caso di Elephant e Castle il nome deriva da una stazione di posta che, nel XVII secolo, si trovava dove oggi esiste la rotatoria omonima, poi occupata da una fabbrica di coltelli il cui marchio era un elefante che sosteneva un castello. Bizzarro, no?



Metrò è anche (e soprattutto!) la traccia n.7 dell’album Squèrez, il primo del “mio” Cesare ex Lunapop.

Corriamo sotto la città, un livello diverso. E sopra succedono altre cose. Mentre sotto, la rossa, la verde, la blu ti riportano a casa dopo una brutta giornata, ti portano ad un appuntamento importante, ti spingono fuori verso un esame che non sai se hai voglia di affrontare. O verso un incontro che vorresti evitare. O che ne so. Ma è vita.

E i tunnel che passi quasi sempre frettolosamente sono fatti per lo più di manifesti, di spettacoli che non vedrai mai ma che magari ti piacerebbe, di pubblicità a volte simpatiche a volte ridicole, di murales, o graffiti, o concerti improvvisati. Per non parlare di quell’odore quasi mai gradevole che però, anche quello FA VIAGGIO.

E quante scene di film ruotano attorno alla metro? Sliding Doors per dirne uno.

Tutti ci siamo chiesti cosa sarebbe successo se... avessimo perso (o preso) quel treno.

Se la porta (non) si fosse chiusa un secondo prima del nostro arrivo.

E quante volte abbiamo ripetuto a ritmo di altoparlante “Mind the Gap”, oppure “non oltrepassare la linea gialla” 😜


Studiare le stazioni metro di una città è un po' come farsi un'idea a prescindere di quel quartiere: inquadri la situazione e ti crei un'aspettativa. Poi magari sbagli, ma intanto ti "prepari mentalmente" a quel che troverai una volta risalita in superficie.


E, non so voi, ma per me è sempre una sensazione "wow" quella che si prova all'ultimo gradino, quando si esce dalle tenebre dell' "underground" e si spalancano davanti agli occhi il Big Ben o il Colosseo o l'Opera. E' l'antipasto di un cenone di capodanno. E' il preludio della festa. E' quel preciso momento in cui capisci di essere arrivato esattamente dove volevi. Ed è lì che inizia la scoperta!

Ora tocca a te: ti piace la metro? Perché? Fammelo sapere!

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